Le radio a Venezia e Mestre hanno avuto delle origini quasi indipendenti tra loro, diciamo che se emulazione c’è stata riguarda soprattutto le emittenti di Padova, considerate all’epoca all’avanguardia, e quanto si faceva nel centro storico veneziano non interessava a chi operava ed ascoltava a Mestre e viceversa, forse con l’unica eccezione di Radio Venezia, che pur trasmettendo a Mestre era sentita anche nel centro storico, forse anche perché pubblicizzata con cartelloni.
Come premessa, si può dire che a Mestre si studiava “come fare la radio bene”, mentre a Venezia c’erano varie correnti di pensiero, e talvolta il risultato poteva essere buono, per quegli anni, altre volte lasciava molto a desiderare per un’accezione molto ampia del “rapporto diretto con l’ascoltatore”, che spesso veniva mandato in diretta, e diventava una sequela interminabile di saluti sempre alle stesse persone, una sorta di circolo vizioso.
Oltre la “frontiera” di San Giuliano il segnale non arrivava più
E’difficile, anzi praticamente impossibile ricostruire una corretta cronologia delle Radio, specie negli anni Settanta, dato che anche nel centro storico veneziano le emittenti si sono sviluppate come funghi, in modo totalmente non dissimile al resto dell’Italia, anche perché il modello, anche in questo caso, era in terraferma. Casomai, il problema tecnico, mai totalmente superato, era quello di arrivare oltre la “frontiera” di San Giuliano. E’stato sempre necessario, in questi casi, avere un’altra frequenza per la terraferma, magari con un segnale in alta frequenza che veniva preso e ripetuto da una postazione che si trovava in montagna o comunque oltre la città di Venezia. Città che, finché non c’era affollamento dell’etere, si poteva invece coprire tranquillamente al suo interno. Poi le cose cambiarono, e molto, nel giro di pochi mesi.
L’Arsenale, all’ombra del quale sono nate molte radio
La prima radio nata a Venezia, in modo ovviamente semiclandestino, si deve a Walter Salvagno, tuttora il tecnico di Radio Vanessa. Nel 1975 diede vita a RadioDiffusione Veneta, che copriva tutta la città con un trasmettitore da 15 watt costruito autonomamente. L’avventura radiofonica comincia a casa sua, poi si trasferirà in un magazzino e nel 1978 diventerà Radio Vanessa, unica emittente che oggi trasmette ancora nel centro storico veneziano.
Più o meno contemporaneamente, nascono Radio Venezia International, Radio San Marco Centrale e Radio Dogaressa. La prima vede insieme un gruppo di amici (Massimo e Daniele Rossi, Giulio De Polo, Stefano Rosa, Lucio e Claudio Bonamano, Silvio Menegatto ed altri) che puntano a fare una radio con criteri di professionalità, tanto è vero che saranno tra i primi a pagare gli speaker. La sua sede “storica” è in Calle Racheta, a Cannaregio, proprio di fronte alla Libreria al Capitello. I “founders” veri e propri sono Giulio De Polo, Stefano Rosa, Claudio Bonamano e Massimo Rossi. Un’esperienza che, anche grazie alle radiocronache sportive del Venezia e della Reyer, durò fino al 1981, e che per qualche tempo ebbe una partnership proprio sportiva con Novaradio Mestre Venezia.
Giulio De Polo e Stefano Rosa nel 1975 a Radio Venezia International
L’ultima sede di RSMC, in campo S.Provolo
Radio San Marco Centrale invece, come Vanessa, nasce da un gruppo di soci ed ha la sua sede vicino a Calle dei Fuseri. Nel 1980 fu venduta ai fratelli Biasutti (Ristorante S.Provolo), che la tennero in vita fino a pochi anni fa, facendone una radio più commerciale, con un buon suono e molto al passo con i tempi, mentre una parte dei soci della vecchia RSMC diede vita a Radio Antenna Veneta 102, durata almeno una quindicina d’anni e con molta attenzione alla vita politica cittadina e ai problemi sociali.
Tanti soci, altrettante idee di radio
Ogni radio con molti soci – è una storia che si ripeterà diverse volte in questi anni – in genere chiude per “sfinimento” perché ognuno ha un’idea diversa della radio che vuole fare, Ed infatti mentre Venezia International e Dogaressa di cui parleremo tra poco, avevano programmazioni più omogenee perché gestite da giovani con unità di intenti e di “miti” della radio, San Marco Centrale, Vanessa, Radio Venezia Sperimentale (nata alla Giudecca) avevano programmazioni “schizofreniche” a seconda di chi fosse in onda. Si andava dai saluti e dalle dediche con sottofondo di Julio Iglesias o di musica veneziana, al jazz, alla classica, al rock duro, fino al classico dei cantautori italiani, ed in questo campo a Venezia fece epoca la trasmissione “Quasar” condotta da Michele Gregolin(oggi rinomato fotografo) prima a RVS poi a Radio San Marco Centrale.
Per quanto riguarda Radio Dogaressa, che aveva la sua sede in Campo Santa Marina, trovò – o mutuò – un’idea vincente, quella di mandare ad ogni ora i Top Hits, ossia gli stessi venti 45 giri. Radio Dogaressa fu un’autentica palestra per molti “radiofonici” veneziani dei primi anni.
Le radio, come si diceva, nascevano come funghi. Sempre nella zona dell’Arsenale, di via Garibaldi e così via, per qualche tempo ci fu anche una Radio Luna, il cui socio fondatore lavorava alla GBC dei Frari. Non sono in grado di ricordare se in certi orari mandasse in onda le cassette realizzate da Radio Luna di Roma, che fu la prima syndication radiofonica, seguita dopo poco da Radio In, ripetuta invece da Radio Mestre Centrale.
Momento di festa a RVS
Si diceva dei litigi e delle divergenze tra soci. Della prima Radio San Marco Centrale abbiamo detto, anche la bella esperienza di Radio Venezia Sperimentale, nata all’interno dell’Ostello della Giudecca, si concluse in pochi anni per i medesimi motivi ma anche per costi eccessivi, ci fu una diaspora anche da Radio Vanessa che fece nascere Studio 80, emittente con sede vicino all’Arsenale che in pochi anni di vita si prese delle belle soddisfazioni, come vincere un Telegatto di Sorrisi e Canzoni in qualità di “radio più votata del Triveneto” o essere radio ufficiale del Carnevale di Venezia negli anni del suo rilancio in grande stile in Piazza San Marco.
Anche a Studio 80 ci furono litigi ed incomprensioni, come sempre quando inizia a circolare popolarità e quindi denaro, e alcuni soci uscirono e diedero vita nel 1980 a Radio Canale Uno, in una laterale di via Garibaldi. Durò pochi mesi.
Via Garibaldi, luogo importante per Venezia e per le sue radio
Tutta Venezia era però contagiata dal fenomeno FM, perché se è vero che quasi tutte le radio nascevano a Castello, tranne RVI e RVS, anche il sestiere di San Polo aveva la sua. Inizialmente si chiamava SSSP, Stazione Sperimentale San Polo, ma presto diventò RSP, Radio San Polo.
Lo studio della diretta di Radio San Polo
Il titolare era un tecnico riparatore di Radio e Tv, Ferruccio Albanese, e come radio era un porto di mare, perché erano tanti i ragazzini – e non solo – entusiasti che affollavano la piccola sede (un negozio riadattato) ad ogni ora del giorno per trasmettere almeno un’ora. Dediche e richieste intasavano la linea telefonica, anche quando – inizialmente – il numero non veniva detto perché era lo stesso del riparatore di tv. Immaginarsi poco tempo dopo, quando RSP ebbe finalmente la sua linea.
Un giovanissimo Enrico De Rossi, al centro nella seconda foto
Dal pionierismo alla qualità
Un momento importante della radiofonia veneziana fu proprio il cambio di proprietà di Radio San Marco Centrale, con la vendita ai fratelli Biasutti. In breve tempo, a RSMC arrivò un parco speaker notevole, praticamente il meglio della radiofonia del centro storico escludendo Venezia International; Oscar Canal, detto all’epoca “Il folle Oscar”, che arrivava da RVS e, nella sua militanza radiofonica ha girato un po’ tutte le radio della città, compresa RVI, Enrico De Rossi da RSP, la sorella Rossella, anche lei molto brava, che aveva iniziato a Radio Dogaressa, per poi passare alla prima RSMC e a Radio Antenna Veneta 102, Fabio Vassallo, Michele Gregolin e Jimmy Maddison da RVS, Fabio Vianello, Maurizio Ceschin, Adriano Agostinetti, lo stesso Amedeo Biasutti, Mauro ed altri ancora. Ci fu anche uno sdoppiamento dei canali come a Mestre era stato fatto per Novaradio, e quindi nacquero RSMC 1 e RSMC 2, dove arrivarono altri speaker, specie da Radio Vanessa e Studio 80, tra questi Franco Bozzao. Nel 1982, dopo i Mondiali vittoriosi per l’Italia, la radio fu riunificata e sottoposta a una pesantissima “cura dimagrante”. Via tutti gli speaker, tranne Enrico De Rossi e pochi altri, utilizzo di programmi esterni, inizialmente con la syndication Tirradio di Piermaria Bologna, poi con altre produzioni. La radio continuò la sua storia, e più in là annoverò tra i conduttori Rossella Rego(ex RSP dove trasmetteva come Rossella Zero), Max Martinelli e Francesco Dardi, al secolo Costantino Da Tos, arrivato decenni dopo alla direzione di Radio Padova al posto del bravissimo Paolo Mursia.
Molti degli ex RSMC e degli ex RSP usciti dopo diverbi con Ferruccio Albanese, confluirono in Puntoradio, che aveva tra i soci Enea Passino, Paolo Lizzio (costruttore di barche) e Gino della Pizzeria Spaccanapoli di rio terà S.Leonardo. Arrivarono Rossella ed Enrico De Rossi, che ebbe un ruolo importantissimo in quella radio, Oscar inizialmente responsabile dei programmi, Bozzao, Vassallo, Maddison, Paolo Marconi, Nikki, Gregolin ed altri. Partita come radio regionale, Puntoradio si ritrovò per alcune vicissitudini a diventare cittadina dopo una breve sospensione dei programmi. De Rossi la diresse inizialmente da solo, poi insieme con Bozzao. La radio che aveva la sua sede in Ghetto, chiuse nel ’92. Nella sua storia, la si ricorda per la qualità del suono e dei programmi, anche innovativi.
Gruppo di storici conduttori radiofonici veneziani ai tempi di Puntoradio: da sinistra, Claudio B., Jimmy Maddison, Fabio Vianello, Paolo Marconi, Enrico De Rossi, Fabio Vassallo, Andrea Bianchi
Negli anni Ottanta nacque anche Radio Venezia Sound di Roberto Venturini e Alessandro Berto, prima nell’abitazione di Venturini, poi nella prima sede di San Felice, infine in quella di Calle dei Fuseri, dove rimase fino alla chiusura, a fine 1999 con l’acquisizione da parte di Elemedia(Gruppo L’Espresso, cioè DeeJay, Capital etc.). Anche in questa radio sono passati personaggi importanti, addirittura Tommy Vee nel periodo in cui lavorava al Terminal di Mestre, e ancora Francesco Dardi(Costantino), Rossella Rego, Nicola Rovaldi, Sandro Fioretti, Pippo De Csillaghy e lo stesso Oscar Canal, che negli ultimi anni fu uno degli uomini di punta della programmazione, che si basava anche su una buona automazione radiofonica, che permetteva di mantenere qualità in onda anche quando non c’erano speaker.
Queste due emittenti però – Puntoradio e RVS Venezia Sound – non “suonavano” con lo stile da radio veneziane, ma possiamo assimilarle allo stile pop-professionale di Radio Venezia International, della Radio San Marco Centrale dei fratelli Biasutti, e più in generale delle principali radio mestrine e padovane, da cui probabilmente traevano spunto ed ispirazione anche per le singole vicende radiofoniche dei vari conduttori e DJ che ci lavoravano.
Oggi esiste un’ altra Radio Venezia Sound: questo nome è stato infatti preso recentemente da Radio 585, emittente di Spinea di proprietà di Piero Curreli, ex vigile del fuoco ma anche personaggio storico della radiofonia mestrina.
Diversa e meno fortunata l’esperienza di Radio Città di Venezia, nata anch’essa da un ex di RSP, Roberto Rovini, che comunque la portò avanti, prima con altri, poi da solo, per alcuni anni, quando chiuse poco prima che la stessa Radio San Polo – nel 1995 – chiudesse i battenti. I tempi non erano più quelli, ed era diventato difficile trovare giovani appassionati di radio come lo erano stati i ragazzi degli anni Settanta ed Ottanta. Il mito erano diventati i veejay, pochi dei quali in realtà hanno davvero fatto carriera, ma tant’è. La radio, fino a Fiorello, sembrava una cosa “vecchia”. Poi tutti a riscoprirla, ma questo è un altro discorso.
Le voci storiche delle radio veneziane
L’ascoltatore della radio libera, ovviamente, si affezionava al conduttore, e molti giovani hanno cominciato questo percorso sperando anche di “rimorchiare”, ma poi hanno continuato proprio per l’amore nei confronti del mezzo radiofonico. Persone più su con gli anni, invece, trovavano nella radio il contatto diretto con gli ascoltatori, e già il fare la dedica, anche per il conduttore, significava essere felice perché con il proprio programma si rendeva felice qualcuno. Così, in alcune emittenti veneziane, c’erano personaggi molto amati dal pubblico cittadino come El trota, El codega, Nonno Gino, ed altri che creavano questo feeling con l’ascolto tipicamente locale.
La radio come la intendevano invece i “giovani” era un’altra cosa, e allora si cercava di scimmiottare Supersonic, Arbore e Boncompagni e così via. A Radio Venezia International divennero personaggi Giulio De Polo, che ogni giorno presentava le dediche, Stefano Rosa, che trasmetteva dopo di lui, Claudio Bonamano, che si distingueva anche per la sua pronuncia anglosassone della parola “album”, e poi Maurizio Dolci e Antonello Ricciardi (all’anagrafe Antonello Brunello), quest’ultimo “nato” a Radio Dogaressa.
Radio San Marco Centrale ebbe negli anni molti bravi conduttori, già indicati in precedenza. Radio San Polo si reggeva su giovani di belle speranze, spesso però di scarse qualità al microfono, con lodevoli eccezioni come alcune già indicate, e come, tra i “fedelissimi” di RSP, Michele Antonelli, conduttore dalla voce gradevole e dall’ottima tecnica. Va ricordato in questa occasione anche Charlie Wind, al secolo Luca Guerrato. Avrebbe potuto diventare uno speaker di primo piano, se un incidente stradale non si fosse portato via lui, la sua ragazza(anche lei speaker radiofonica) e un altro amico. Un piccolo ricordo doveroso di Guerrato, che in momenti diversi fu compagno di classe sia di Davide Camera che di Enrico De Rossi.
Studio 80 fu il “regno” di Paolo Pradolin, altro radiofonico della prima ora. Era il responsabile dei programmi, e in precedenza aveva vissuto la gestazione di Radio Vanessa ed era stato a Radio Dogaressa.
Un classico studio radiofonico degli anni Settanta
Vanessa resiste, le altre hanno “perso la voce”
Perché le radio a Venezia hanno chiuso, con l’eccezione di Vanessa, unica emittente che continua pervicacemente a resistere? Forse per lo stesso motivo per cui la città si sta svuotando. Quasi tutti i radiofonici hanno smesso, quei pochi che hanno continuato se ne sono dovuti andare da Venezia, città aperta al mondo ma insieme “chiusa” dalla sua unicità. Inoltre sono arrivati i network, che le frequenze sembra le paghino molto bene. E la Laguna ha perso la voce…
Davide Camera