Di tutto un po'

GLI 89 ANNI DI LEONIDA COGHETTO

Lo chiamano, a ragione, il Maestro: perché Leonida Coghetto lo è stato per molti, soprattutto nel giornalismo sportivo, non solo nella sua Treviso. Arrivato pochi giorni fa a superare la soglia degli 89 anni, è ancor oggi modernissimo. Usa la rete, ha un profilo Facebook grazie al quale in tanti possiamo tenerci in contatto con lui (e dove si trovano foto e spunti interessanti), è legatissimo alla moglie Anna Maria, con cui due anni fa ha tagliato tranquillamente il traguardo delle nozze di diamante. I due figli, Luca e Francesca, gli hanno regalato dei nipoti che gli hanno dato grandi soddisfazioni. Tutti sanno, ad esempio, che il nostro amico “Lola” è il nonno di Valentina Coghetto, specialista di social media, e di Matteo Tagliariol, campione della scherma, oro olimpico nella spada individuale a Pechino 2008 dove conquistò anche un bronzo nella stessa specialità a squadre.

Possiamo dire che Leonida, nella sua lunga vita, ne ha vissuto tante altre, anche contemporaneamente. Intanto mi piace dire che per lui, giornalista sportivo e scopritore di talenti che hanno lavorato con lui in tanti anni, il termine “giornalaio” non è un insulto, anzi. Perché per oltre mezzo secolo è stato davvero l’edicolante di Porta Carlo Alberto. Ha fatto bene entrambe le cose, così come il suo amico specialista di rugby Paolo Pregnolato. Molti addetti ai lavori dello sport e del giornalismo così si radunavano ogni giorno nell’edicola di Coghetto per parlare di calcio e non solo.

E soprattutto, Leonida è stato uno dei pionieri delle radio libere e della radiocronaca sportiva. In assoluto, perché Treviso ha fatto scuola con l’esperienza di Radiomarca, che organizzava una sorta di “Tutto il calcio minuto per minuto” in chiave locale, che anche chi scrive ha avuto l’onore di condurre al microfono nei primi anni Ottanta. Di là, “rivale”, c’era Radio Treviso Alfa di Alberto De Stefano e Saba Sparvoli, altra fucina di giornalisti non solo sportivi. Rosetta Norbiato è sempre stata lì il riferimento per lo sport e per i risultati. Tanto è vero che ogni domenica, ci sentivamo costantemente con Rosetta per aiutarci reciprocamente nella raccolta dei risultati di tutte le categorie. Poi Leonida portò anche a Radio Alfa la sua esperienza di capo della redazione sportiva. A Castelfranco fece lo stesso l’amico Giorgio Volpato, che sviluppò un’esperienza analoga nelle radio del gruppo Zanella.

L’inizio era stato empirico: un amico di Leonida, che ne fu anche collaboratore, ossia Fausto Guerra, abitava sopra lo stadio “Omobono Tenni” che si trova proprio nel cuore di Treviso. Non c’era bisogno di biglietto, accredito, gli ispettori della Lega non erano ancora così incattiviti e soprattutto non c’era la paura di perdere spettatori per una piccola differita realizzata in vari scampoli. Così Leonida faceva la radiocronaca,  con Franco Polisseni, lo stesso Fausto e un manipolo di altri pionieri che sarebbe lungo ricordare, anche perché se citi qualcuno rischi che gli altri si offendano: si registravano brani di cronaca avendo come punto di visuale il balcone di casa Guerra, rapidamente un ragazzo portava la cassetta a Radio Treviso Uno, che distava pochi passi, poi si ricominciava con un altro brano di partita, e così via.

Fino a quando, soprattutto con Radiomarca, arrivò la svolta dei baracchini CB: i cellulari ovviamente non c’erano ancora, e allora gli inviati nei vari campi (in linea d’aria Polisseni, uomo dalle mille risorse, riuscì a collegarsi anche da Ferrara) erano dotati di un apparecchio messo a punto credo dal tecnico Toni Boscariol. Un baracchino, cioè un apparecchio per radioamatori cui era collegata anche una radio in FM, che consentiva al radiocronista di intervenire in trasmissione sentendo la diretta nel frattempo. Un modo molto più empirico rispetto all’attrezzato “Tutto il calcio” della Rai, ma che funzionava molto bene, integrato dai collegamenti telefonici per le trasferte delle squadre venete e che, al termine della giornata sportiva aveva dato un quadro assolutamente completo con risultati e classifiche dalla Serie A alla terza categoria. Ricordo visite in redazione di giornalisti come Giancarlo Farinati che la domenica passavano in radio per sapere tutti i risultati delle partite della C.

Entrai in quell’universo grazie alla rete radiofonica regionale Radiosette, che aveva in Novaradio Mestre Venezia l’emittente ispiratrice e capofila. Io ero diventato lì il capo della redazione sportiva, che annoverava un “battitore libero” come Alessandro Ongarato e una lunga storia ancora prima che io approdassi in quella emittente. Claudio Pea, poi firma del “Giorno”, aveva fatto un capolavoro a Mestre. Anni dopo le due realtà, accantonati i campanilismi, si erano ritrovate insieme perché Radiosette aveva acquisito Radiomarca. E quindi lavorai con Leonida, andando a Treviso tutte le domeniche e alternandomi con lui al microfono nella conduzione di quella che era diventata la diretta sportiva più importante almeno nel Veneto Orientale. Esperienza che mi formò ulteriormente e che mi fece conoscere una città che poi per alcuni anni vissi quotidianamente ad Antenna Tre.

Coghetto era ed è il “Maestro” con la sua esperienza di vita, regalata a piene mani nella sua simpatia, bonomia e straordinaria umiltà. Si inventava soluzioni “domestiche” che risolvevano i problemi anche più piccoli: ricordo delle artigianali spugnette delle cuffie per il suo walkman create attraverso… una normalissima spugna per fare il bagno. E andavano benissimo, naturalmente, anche se all’epoca noi “ragazzacci” ne ridevamo.

Leonida è davvero uomo di calcio, molto esperto: è stato arbitro e allenatore, amico di personaggi come Gigi Radice e di chiunque sia passato per Treviso fra i protagonisti del calcio che conta. Chiedete per esempio ad Alessandro Del Piero, Aldo Serena o a Gianni De Biasi se sanno chi sia Leonida…

È andato oltre lo sport, presentando serate ed eventi nel capoluogo della Marca e non solo. Tante vite tutte insieme, un’avventura che continua, con l’affetto della famiglia, qualche viaggio all’estero, la possibilità di godersi un poco la vita. E magari il grande ricordo di quell’epopea radiofonica, di cui tutti noi siamo stati orgogliosi di far parte e avere contribuito magari in maniera minima. Auguri e mille di questi giorni, Maestro, anzi “Lola”!

Davide Camera

Categorised in: Calcio, Editoriali, Personaggi, Radio, Sport

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