Radiosette (primo slogan “di radio in meglio”) nasce nell’autunno 1982, su iniziativa di Maurizio Carlotti, che era l’amministratore delegato di Novaradio Mestre Venezia. Erano altri tempi, rispetto ad oggi: esisteva, ed era quasi agli albori, un solo network radiofonico nazionale, Rete 105; nel territorio nazionale andavano forti le radio locali, che stavano guadagnando in professionalità e bravura dei conduttori; la Rai solo in quel periodo avrebbe dato vita a un’iniziativa – poi di successo – per portare via pubblico a quelle nuove realtà: si trattò di Raistereouno e Raistereodue, alle quali fu affiancata un’altra testata epica, ma diversa nel target e negli obiettivi, che fu Raistereonotte.
Ma torniamo al nostro racconto: da circa un anno Novaradio Mestre Venezia aveva fatto una svolta sperimentale legata all’automazione radiofonica, nel suo canale più giovane, Ondadue, mentre Ondauno aveva un profilo più ufficiale e un target più anziano, per cui veniva identificata come una sorta di “piccola Rai” per la confezione dei programmi, con sigle annunciate e molti programmi parlati. Fece la sua comparsa nel variopinto studio di Ondadue, nei sotterranei di via Bissolati a Mestre, il Grif 2: era un computer radiofonico, grande come un armadio a tre ante, che governava in modo ciclico la messa in onda quando non c’era il conduttore in studio. Aveva tre registratori a bobine Revox, che a turno mandavano in onda musica registrata, due a cassette, più un “Carousel”, spettacolare strumento che a vederlo ricordava un po’ l’ottovolante del luna park, che serviva a mandare in onda dei nastri tipo i vecchi Stereo8, sui quali erano registrati i jingles e le fasce pubblicitarie.
Esempio generico di automazione radiofonica di quegli anni
L’esperimento voluto da Carlotti gli piacque molto, e l’evoluzione di questo computer di messa in onda realizzato da un’azienda veronese (mi pare si chiamasse AZ), il Grif 3, fu la base di Radiosette.
Per il Veneto, e non solo, si trattava di un passo avanti epocale nella radiofonia locale, con una serie di emittenti che si consorziavano – alcune, ne parleremo poi, erano di proprietà del gruppo – per ripetere la stessa programmazione in determinate ore della giornata, e la notte usufruivano dello stesso notturno musicale, curato personalmente da Lello Mini Campisi. Il Grif 3 era più grande del Grif 2, e soprattutto, non aveva più un governo ciclico della messa in onda, ma la poteva gestire 24 ore su 24, dando la linea allo studio o mandando pubblicità o programmi registrati.
Radiosette vede la luce con la direzione di Piero De Chiara, arrivato da Roma, dopo alcune esperienze Rai, per organizzare in qualche modo un palinsesto che voleva fare il salto di qualità. La programmazione si basa subito sull’informazione regionale, con una redazione che aveva già alle spalle l’importante esperienza dei telegiornali di Televenezia International, precedenti a quelli di Antenna Tre Veneto. La guidava Curzio Pettenò, affiancato da Enrico Soci e Claudio Motta, e con la collaborazione di Elisa Pasquettin, Massimo Gusso, Francesca Rocchi, del sottoscritto e, più in là, di Mario Ongaro che in tempi successivi prenderà il posto di Soci.
Per l’informazione nazionale, ci si affidava – e si collaborava fattivamente con essa – alla nascente agenzia Area, di Roma, creata da Alberto Baldazzi, Ettore Guastalla e Massimo Rocca.
Le trasmissioni in rete iniziavano alle 7 con un’ora in diretta tutta dedicata all’informazione: un giornale radio di 15-20 minuti, seguito da un gr specialistico sull’economia, però registrato, (il lunedì invece curavo in diretta una rubrica sportiva), quindi la rassegna stampa, infine una ribattuta flash delle notizie alle 8, prima di ritornare la linea alle singole emittenti.
Alle 12 l’apice del nostro lavoro: il Gr 7 veneto, radiogiornale regionale con conduzione a due voci stile Radiosera, e i servizi dai colleghi delle emittenti locali o dai corrispondenti di Rovigo, Belluno e Verona, che erano “nostri” e non delle radio che ci ripetevano lì. Da Treviso e Padova i servizi venivano mandati via radio, ripetendo il segnale delle emittenti, che si sganciavano il tempo necessario per realizzare il collegamento in diretta dalla sede e, finito il servizio, tornavano a ripeterci. Il notiziario durava 15 minuti, e alle 12.45, andava in onda quello nazionale, sempre realizzato da noi, ma con i servizi distribuiti in segreteria telefonica da Area, inviati loro dalle varie emittenti associate italiane (tra le quali Radio Regione di Milano, Radio Flash di Torino e altri nomi importanti). Alle 13 Novaradio e le altre emittenti principali della rete mandavano in onda un proprio notiziario locale.
oggi è preistoria, ma allora i gr li scrivevamo con qualcosa del genere…ricordate?
Il resto della programmazione comune era concentrato tra le 10 e le 11 e le 14.30 e le 15.30; alle 10 andava in onda “Simpaticamente insieme”, storico talk-show della radiofonia mestrina condotto da Patrizia con ospiti in studio e telefonate in diretta. Alle 14.30 era invece protagonista la musica, con un programma inizialmente condotto da Marilena, che comprendeva una prima mezz’ora di classifiche, presentate a turno dai conduttori di punta delle emittenti di proprietà del gruppo, e un’altra mezz’ora di novità discografiche sempre affidate a Lorenzo Caporaletti, che poi ereditò l’intera conduzione del programma.
La domenica, quasi tutta la programmazione in rete si concentrava al pomeriggio, a parte l’anteprima sport delle 12, che io conducevo usufruendo della stessa rete di corrispondenti. Alle 14.25, dagli studi di Treviso di Radiomarca, partiva il pomeriggio sportivo, forte di una redazione già collaudata da anni, che attraverso i “baracchini CB” effettuava collegamenti da tutti i principali stadi dalla C1 in poi, e ancora dal rugby, e via telefono seguiva le trasferte delle squadre venete. Dallo studio centrale, mi alternavo settimanalmente alla conduzione con Leonida Coghetto, fondatore e capo di quella mitica redazione che aveva, soprattutto grazie a noi due e a Stefano Salvo, dimenticato le antiche rivalità sportive tra Radiomarca e Novaradio.
Ma veniamo alle emittenti, e di conseguenza, ai personaggi principali di Radiosette: la capofila, il “centro di produzione”, come detto, era Novaradio a Mestre. Patrizia, Lorenzo Caporaletti e Claudio Mirci ne erano i fiori all’occhiello, tanto che gli ultimi due, nei primi mesi, furono inviati ad avviare – o meglio riavviare – le emittenti storiche acquistate direttamente dal gruppo a Padova (Studio 88, una radio chiusa da riaprire) e a Treviso (appunto Radiomarca).
Caporaletti a Padova riuscì nell’operazione con l’aiuto di Mr.Frank The Voice, una “star”proveniente da Radiopadova che nei periodi di pausa di Patrizia conduceva anche il programma di Radiosette delle 10 del mattino, il bravo Silvio Valenti – che trasmigrò a Novaradio – e con lui Francesco Banzato e Claudio Baldo. Erano loro a mandare avanti la radio, quando non era collegata in rete. Emilio Rigatti ed Ernesto Milanesi, poi rimpiazzati da Daniele Pagnutti, si occupavano invece della redazione e dipendevano da Pettenò & C.
Claudio Mirci, invece, uno dei fondatori e dei personaggi più importanti di Novaradio, rilanciò Radiomarca, emittente sempre più insidiata in città dalla rivale Radio Treviso Alfa, ma che dalla sua aveva un ottimo segnale, e una frequenza “d’oro”, gli 87.600 all’inizio dell’FM. Solo che Radiomarca, da troppi anni, esisteva solo per lo sport e quindi andava ricostruita. Prima con le “voci storiche” di Marisa De Marchi e Sergio Zecchinel, poi con quelle di Roberta Zanfranceschi ed Enzo Giraldo, la macchina si rimise in moto. Programmi musicali e di intrattenimento, ai quali si affiancava naturalmente l’intoccabile sport curato da Leonida Coghetto, e una redazione per i notiziari, che fu messa in piedi da Enrico Soci, con l’aiuto di Aldo Pavan (che ne ereditò la guida), Adriano Agostini, Anna Bortoletto e Mario Marangon.
A Mestre la programmazione di Radiosette veniva trasmessa da Novaradio Ondauno, diretta da Maurizio Meneghetti, e vi collaboravano fattivamente Bruna Malaguti, Francesco Soncin, Paolo Tonetto, Marina Bosio, Lello Mini Campisi, Bruno Diconi, Gianandrea Fasan, Massimo Bobbo, con capitecnici Camillo Semenzato e Melchiade Bettin, mentre a Ondadue, anche questa inizialmente voluta e ispirata da Mirci, “crescevano” e si imponevano nell’ascolto dei giovani Fabio Natale, Alex Sisto, Dario Dedemo, Angelo Finamore, Margherita Cortesi ed Anna Simone. Erano passati da quelle parti anche Renzo Ferrini ed Andrea Bragato, quest’ultimo davvero un talento radiofonico che però poi ha preferito occuparsi di un’altra attività professionale lasciando il proscenio, molti anni dopo, alla sorella (Moony, star della musica dance italiana e non solo). Alcuni di loro fecero capolino nella rete regionale, per condurre qualche classifica.
Anche Novaradio aveva una propria redazione sportiva, storica, che aveva da sempre la sua punta di diamante in Alessandro Ongarato, mio amico e compagno di classe, con il quale gestivamo in assoluta simbiosi le dirette, io dallo studio, lui soprattutto dai parquet di basket. L’apice personale di questa avventura nostra in Radiosette, lo raggiungemmo la sera in cui riuscii ad organizzare la diretta in rete regionale (naturalmente, Ongarato radiocronista, io dallo studio centrale) della finale di Coppa dei Campioni di basket femminile, che si giocava al Palasport di Mestre e fu vinta dalle ragazze dell’invincibile Zolu Vicenza di Lidia Gorlin, Catarina Pollini, Wanda Sandon e Mara Fullin.
Alle emittenti succitate, vanno aggiunte tutte quelle che si associarono per ripeterci, dalle sette iniziali si passò ad una quindicina nel giro di poco tempo.
La sinergia delle tre radio principali serviva anche per la produzione di trasmissioni musicali registrate che i nostri computer mandavano in onda nelle singole programmazioni locali: erano in “circolo”, in onda a orari differenziati, trasmissioni quotidiane di un’ora condotte da Mirci, Caporaletti, Mr.Frank The Voice, Marilena e Francesco Banzato, poi sostituito da Silvio Valenti. A Mestre, questi programmi andavano su Ondadue; naturalmente, rimpinguavano le programmazioni e l’esiguo “parco voci” di Radiomarca e Studio 88. Chi si muoveva dalla “casa madre” verso Padova o Treviso, spostava anche le cassette dei programmi, in onda in orari diversi ma anche in settimane diversificate: la stessa trasmissione non poteva andare in onda il medesimo giorno da più emittenti.
Faceva eccezione a tutto questo, per ovvi motivi, “Stasera in tv” di Bruna Malaguti, rigorosamente in onda sulle tre emittenti principali di Radiosette alle 12.15, tra un gr e l’altro: Bruna illustrava i programmi televisivi della sera, tirando il fiato con qualche brano musicale tra Rai, Fininvest e tv locali.
Il risultato del lavoro di Radiosette era buono ed altamente professionale, e ci valse interesse anche da altre regioni italiane, impegnate nel costruire qualche cosa di analogo.
Piero De Chiara, una volta avviato per bene il tutto, tornò a Roma, così come Mirci e Caporaletti rientrarono alla casa madre di Mestre: il primo assunse la direzione artistica della rete e di Novaradio, il secondo continuò a occuparsi di quella musicale.
Le sedi di Novaradio-Radiosette di Via Bissolati e Via Trento
Successivamente, dopo il trasferimento dalla storica sede di via Bissolati a quella di via Trento, si fece un’altra scelta importante per Novaradio, trasferendo tutte le conduzioni su Ondauno, e trasformando Ondadue in emittente non stop e musicale, di cui Lello si occupava in prima persona. Più avanti Lello diventò direttore artistico e musicale di tutta la struttura, riuscendo ad imprimere con la sua energia ancora un’impennata, prima di un inevitabile crepuscolo, con la vendita di tutto a Radiopadova e lo smantellamento prima di Radiosette e poi della sede mestrina.
Davide Camera