E’ una webradio nata come piccola, ma ambiziosa. E a un anno e mezzo dalla sua nascita, Radio7 online sta regalando molte soddisfazioni prima di tutto al suo direttore, che la fece nascere quasi per un vezzo proprio il giorno del suo compleanno, ma anche in generale al mondo delle webradio, dimostrando anche se non unica in questo, che anche in un settore una volta tenuto poco in considerazione come appunto il web, la radio può trovare una sua dimensione anche di qualità. Non a caso si leggono interviste di conduttori radiofonici molto esperti, come Roberto Ferrari, che ora sostengono che bisogna puntare sul web. Quando, pochi mesi prima, altri esperti del settore dicevano che mai il web avrebbe avuto un ruolo di rilievo nella radiofonia, e che il futuro, dopo l’FM, sarebbe stato per forza il DAB o il digitale terrestre, come se questo escludesse altre ipotesi anziché integrarle.
L’emergenza-Covid ha sparigliato le carte, ha cambiato alcune priorità, ha spiazzato la stessa radiofonia tradizionale che con i suoi format studiati, precisi, talvolta misurati sui social anziché sulla radio vera e propria, ha dovuto fronteggiare una voglia di ascolto radiofonico che il lockdown e il lavoro da casa…pardon, lo “smart working” hanno in qualche modo agevolato. La radio, quando si deve solo ascoltare come ai vecchi tempi, distrae meno rispetto alla tv se si è impegnati in altre situazioni, e per sua stessa costituzione può offrire molto di più grazie alla semplice parola e alla musica. Invece le giovani generazioni, anche quelle degli station manager, ormai pensavano alla radio come un mezzo da ascoltare principalmente in movimento, in auto. L’ìmpossibilità di muoversi ha spiazzato le granitiche certezze di chi è arrivato a occuparsi di radio quando questa era già diventata un ibrido, aveva perso il suo specifico. La duttilità del web ha permesso al mezzo, seppure temporaneamente, di prendersi una rivincita.
Le radio tradizionali hanno reagito, per una volta, facendo squadra, unendosi anche sul web e per varie iniziative autodefinendosi “Le radio italiane”. Non che una webradio che si trova in Italia e paga qui le licenze sia apolide… voglio dire che alla fine sono soltanto gli ascoltatori a dare alle radio le eventuali patenti di italianità, e questo credo sia bene sempre ricordarcelo, e rimanere umili di fronte a chi ci ascolta.
Le webradio sono fioccate come funghi, sfruttando la voglia di ascoltare, di essere informati, di interagire anche sul territorio, funzione che fece nascere le radio in modulazione di frequenza, ma alla quale progressivamente questo mondo FM ha quasi del tutto abdicato. C’era un vuoto, ed è stato colmato dalle webradio. Spesso episodiche, molte di esse con una breve vita funzionale al periodo particolare. Sì, perché gestire una webradio non è facile, e se si vuole mandare la musica nota, bisogna pagare le licenze, altrimenti occorre ricorrere alle piattaforme di musica libera come ad esempio Jamendo. Insomma: se la vuoi fare seriamente, anche a livello amatoriale, la webradio è un piccolo investimento anche se a fondo perduto.
Le webradio che c’erano prima del lockdown non si sono necessariamente snaturate. Radio7, che ha anche una testata giornalistica, ha potuto aumentare i suoi spazi di approfondimento, senza rinunciare alle consuete rubriche e trasmissioni di intrattenimento. Mi è capitato di entrare in diretta con edizioni straordinarie per aggiornare sulle nuove direttive legate alla situazione contingente, per il dovere che un giornalista ha di informare gli ascoltatori, che siano uno o mille.
Da questa esperienza Radio7 è uscita più “attrezzata”, e come direttore (sia artistico che della testata giornalistica) ho apportato alcune correzioni al palinsesto, riflettendo sul ruolo “trasversale” di una webradio: può essere ascoltata dal vicino di casa, ma anche da qualcuno che sta dall’altra parte del mondo, e magari si aggancia a qualche piattaforma perché gli piace il brano che sta andando in onda. In questo ci aiuterà sicuramente la collaborazione già avviata con le etichette discografiche, sia quelle principali che le più piccole, che ci consente già da ora di mandare in onda i pezzi nuovi quando vengono trasmessi anche dalle altre radio, rispettando la “radio date”, ossia la data indicata dall’etichetta per l’uscita del pezzo. Infatti i singoli oggi vengono magari anticipati prima su Spotify, ma comunque alla radio vengono trasmessi prima dell’uscita ufficiale. Bene, anche noi ora abbiamo questa bella opportunità, che comunque mantiene la nostra linea musicale, che è “onnivora”, in questo atipica rispetto alle radio sia in FM che sul web, spesso settoriali o “top 40”. Trasmettiamo proprio di tutto, o quasi, saltando giusto alcuni fenomeni troppo nuovi…anche un direttore artistico non può violentare troppo i suoi gusti…
Certamente qualcosa si cambia rispetto alla passata stagione: si cambia in termini di orari, ma non solo. Qualcosa si lascia, ma altro si trova, come una rubrica intitolata “Motormusic”, i cui contenuti incuriosiscono anche il sottoscritto, ma ci penseranno Valerio Rosa e Danilo Moriero che hanno avuto l’idea. Tra le voci dei conduttori, i vari Paolo Starvaggi, Fabio Vassallo, Stefano Rosa, si aggiunge Jimmy Maddison, veneziano con sangue americano, che in “Non fermate la musica” presenterà i brani dance del passato. Conferma poi per alcuni programmi di intrattenimento come i nostri “Il resto è musica” e “Ottovolante”, o lo specialistico “Me & Blues” di Gianfranco Piria che va in onda anche su altre emittenti. Per me tengo l’appuntamento delle 10 la domenica mattina con incontri, ospiti, interviste e buona musica.
Puntiamo però soprattutto ad affinarci nell’informazione – qui faccio riferimento ovviamente alla mia esperienza specifica – e nella musica. L’informazione, grazie anche alla collaborazione con un giornalista radiotelevisivo del calibro di Emilio Albertario, propone rubriche, speciali, approfondimenti che si affiancheranno ai notiziari gestiti dall’agenzia Art News. Ci sarà sempre più materiale nostro, insomma, legato all’informazione e realizzato in proprio. Naturalmente proseguono gli aggiornamenti sul traffico curati da ACI Infomobility (Luceverde Roma, Milano, Genova, Verona e Vicenza) e da Radiotraffic (Viaggiando). Slitterà alla mezzanotte l’appuntamento quotidiano con “Simply good music”, il programma di Gigi DJ dedicato alla musica “no mainstream”, cioè principalmente delle etichette minori. Vedete: non amerei gli anglicismi, ma alla fine occorre usarli perché la traduzione di un termine si trasforma in un giro di parole… e la radio è fatta di parole, ma possibilmente poche e centrate.
Per scelta, considerando anche gli ascolti dall’estero, ogni pomeriggio (tranne il sabato), dalle 14 alle 20 andrà in onda solo musica, vecchia e nuova.
Una cosa che le webradio possono fare, e noi ci proviamo, è dare qualità pensando comunque che l’ascoltatore è una persona, e non una porzione di mercato. Qui peraltro non c’è neppure mercato, perché l’ambito non è neppure commerciale. E’ il gusto di fare e di vivere la radio. Anche su un mezzo modernissimo come la rete. Con l’ambizione, come dice il nostro slogan un po’ ammodernato, di essere… “sette volte meglio”.
Davide Camera